Nebbia su Durban
Trarre da una semplice vicenda sentimentale un romanzo che scorre sul filo della realtà e si lascia leggere, sebbene privo del monumentale delle favole che, con il “c ’era una volta”, stupivano la prima e oggi anche le età seguenti, cullandole nel sonno di un mondo surreale che ha smarrito la propria identità, oso definire capacità in prevalenza femminile.
“Nebbia su Durban” è un romanzo di sentimenti reali e comuni. È chi meglio di una donna è capace di esprimere sentimenti? Sina Merino ci riesce molto bene con uno stile fluido che trasporta, privo di scossoni, il lettore coinvolto nello scorrere delle vicende, senza cadere nel melenso anzi, con un tocco di agilità che rende piacevole la lettura di una storia vivace. Ed è anche una delle rare volte dove l’immagine della donna, nella sua funzione carismatica di madre, viene ritoccata sfiorandone la dissacrazione. Il pathos sebbene non sia quello di Euripide o di Eschilo, esso è pur sempre presente nella società di ieri, di oggi e lo sarà in quella di domani, e la Merino ce lo fa gustare con grazia, attutito dalla presenza di Elena e dal carisma di Mariella, con il susseguirsi di eventi a volte improvvisi ma senza cadere nel traumatico.
In “Nebbia su Durban” l’elemento donna si profila protagonista. Da un lato c’è colei che non esita a soddisfare il proprio ego costi che costi, e che più avanti viene chiamata alla sbarra proprio da Tristan, il figlio nato dalla sua sete di essere qualcuno. Dall’altro, Mariella, che ferita nel sentimento più intimo, senza arroccarsi sul colle della superbia o dell’indignazione, domina carismatica sulla meschinità di chi ha provato a umiliarla, distruggerla.
Una lettura che ho apprezzato prima di sprofondare nei dolci sopori della notte.
Corrado S. Magro www.fantarea.com
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Grazie mille, Corrado!